Nel cuore della splendida Albenga, città che unisce molto bene le testimonianze del passato al suo ruolo attuale come meta turistica di rilievo, si erge il Battistero di Albenga. Questo antico edificio, risalente al V-VI secolo, rappresenta un monumento di inestimabile valore storico, un simbolo tangibile della transizione dall’Antichità al Medioevo in Occidente.
Le origini di Albenga
Prima di andare alla scoperta del battistero, è fondamentale comprendere le radici storiche di Albenga. La città ha una storia che si estende oltre il millennio, fondata dagli Ingauni, una tribù ligure, con le prime tracce di crescita che risalgono al II e I secolo a.C. Tuttavia, è a partire dal IV secolo d.C. che Albenga assume un ruolo di rilevanza crescente.
In questo periodo, l’Impero romano affronta una crisi interna, ma le città costiere emergono come punti di forza, essendo meglio difendibili dalle minacce barbariche. Questi barbari provenivano dall’Europa orientale e non avevano una tradizione marittima, il che lasciava il dominio del Mar Mediterraneo saldamente nelle mani dei Romani fino all’arrivo degli Arabi nel VII secolo. Albenga, quindi, rimase una città di grande importanza tra il V e il VI secolo, mantenendo la sua vitalità sotto il controllo romano.
L'Albenga Tardo-Antica
Nonostante il centro storico di Albenga sia intriso di atmosfera medievale, le strade che percorriamo oggi sono tracce dirette dell’epoca romana. Si tratta di un’elaborazione intelligente del tipico tracciato ortogonale del tempo, potenziato con nuove mura grazie all’intervento del generale Costanzo. Questo generale, che diventerà anche imperatore, visse a cavallo tra il IV e il V secolo d.C.
Costanzo si distinse sia per le sue abilità militari che per la sua astuzia politica, contribuendo significativamente al ripristino dell’Impero dopo il traumatico saccheggio di Roma da parte dei Visigoti di Alarico nel 410 d.C.
Questo saccheggio di Roma aveva scosso profondamente le fondamenta dell’Impero e aveva portato a numerose riflessioni, tra cui il famoso “De civitate Dei” scritto da Sant’Agostino, in cui si affrontavano le accuse rivolte ai cristiani per l’indebolimento di Roma. In questo contesto critico, il generale Costanzo prese in mano la situazione e riuscì a ristabilire il controllo romano in Italia, tenendo a bada i Visigoti che avevano distrutto Albenga. Il futuro imperatore fu celebrato dagli abitanti del luogo come il fautore della rinascita cittadina.
Testimonianze dell'epoca
Gioiello del passato romano di Albenga è il suo centro, dove si trova la cattedrale e il vicino Battistero. Quest’ultimo è uno dei più importanti edifici paleocristiani conservati nell’Italia settentrionale, grazie alla sua struttura che è rimasta sorprendentemente intatta nel corso dei secoli, nonostante le inevitabili restaurazioni, modifiche e ristrutturazioni.
L’edificio del Battistero di Albenga rivela chiaramente gli stilemi architettonici del V e VI secolo. La sua costruzione non è il risultato di un unico intervento, ma piuttosto di una serie di fasi di sviluppo, con la prima fase che coincide con l’intervento di rafforzamento di Albenga da parte di Costanzo. Questa fase iniziale segna la rinascita della città dopo il devastante passaggio dei Visigoti.
Il Battistero di Albenga
Il Battistero, essendo dedicato al sacramento del battesimo, assume un ruolo centrale nella vita religiosa della comunità cristiana, segnando l’inizio del percorso spirituale dei credenti. In questa struttura, gli antichi cristiani celebravano il primo dei sacramenti, una porta d’ingresso verso tutti gli altri.
Il Battistero di Albenga è una testimonianza preziosa e ben conservata dell’età tardo-antica, un simbolo tangibile della resilienza di Albenga attraverso le sfide storiche. Visitare questo straordinario monumento è un’opportunità unica per immergersi nella storia di questa affascinante città ligure e per apprezzare la sua ricca eredità culturale.
L'influenza del modello ambrosiano
Il Battistero di Albenga, con la sua forma ottagonale, si inserisce nel cosiddetto “modello ambrosiano” dell’architettura ecclesiastica. Questo modello, originatosi a Milano, prevedeva un’organizzazione geometrica basata sull’ottagono, un numero che ha profonde radici simboliche legate al battesimo. Da sempre si accosta il battesimo all’immagine del diluvio universale che è una sorta di raffigurazione della salvezza. Si racconta che nell’Arca erano entrati Noè e sua moglie e i suoi figli e le rispettive mogli. Otto persone che saranno l’inizio della nuova umanità. Questo è solo uno degli esempi che associamo il numero otto al rito del battesimo.
All’interno del Battistero, la struttura ottagonale si sviluppa ulteriormente con una serie di nicchie, alternate tra forme semicircolari e rettangolari, disposte in gruppi di quattro. Questo schema architettonico è noto come “ambrosiano” in onore della sua presenza nel battistero accanto alla cattedrale di Santa Tecla a Milano, la città più importante dell’Italia settentrionale in quel periodo. Il Battistero di Albenga, pur seguendo questo modello, presenta alcune peculiarità che ne fanno una testimonianza unica della sua epoca.
Una struttura irregolare
Tuttavia, quando esaminiamo da vicino il Battistero di Albenga, notiamo una notevole irregolarità nella sua struttura. Mentre il modello di Milano seguiva una geometria regolare con assi ortogonali, quello di Albenga appare sbilenco, con dieci lati invece degli otto previsti per un ottagono geometrico. Questa irregolarità riflette le sfide incontrate dai costruttori nel cercare di tradurre la geometria ideale in una struttura concreta. È un segno di una certa crisi nella capacità di gestione dei progetti architettonici, una caratteristica di alcune fasi del tardo mondo antico che si accentuò nell’Alto Medioevo.
L'interno del Battistero
All’interno del Battistero, si apre uno spazio ampio e suggestivo, dominato da un’ampia vasca battesimale. Le pareti stratificate raccontano la storia complessa e tormentata di questo edificio, che ha attraversato molte fasi di ristrutturazione e cambiamenti architettonici. Tuttavia, il punto focale dell’interno è la sua copertura unica. Otto colonne, collocate agli angoli dell’ottagono, sostengono un tetto a vista. Questa copertura, originariamente considerata non originale, è stata al centro di un errore storico durante i restauri condotti da Alfredo D’andrade nel 1901.
Il restauro sbagliato
Questo rinomato studioso, sebbene eseguì nella sua vita importanti restauri, nel caso di Albenga compì un errore di valutazione. Siamo nell’anno 1900 e il battistero presentava una copertura a spigoli, in muratura a pietra. In seguito alle sue analisi attente e scambi epistolari con colleghi, D’andrade erroneamente considerò la copertura in muratura come una aggiunta tardo medievale. Di conseguenza, nel 1901, ottenne il permesso di demolirla. Purtroppo, questa copertura era in realtà originale, della seconda metà del VI secolo quando il battistero di Albenga conobbe una fase importante di restauro in cui viene sostituita l’originale copertura. Quindi D’andrade non aveva del tutto torto. La prima copertura era probabilmente una copertura lignea con tetto a vista che venne sostituita invece con una copertura in muratura che era quella che D’andrade fece eliminare nel 1901. Alcune delle anfore che adornavano questa copertura sono state conservate e si possono ancora ammirare all’interno del Battistero.
La seconda fase del Battistero - Il VI Secolo
La seconda metà del VI secolo ha segnato una fase cruciale nella storia del Battistero di Albenga. Durante questo periodo, l’edificio subì importanti lavori di ristrutturazione architettonica e decorativa. Fino ad allora, il Battistero mancava di decorazioni significative, ma ora ricevette un’importante aggiunta: un apparato musivo che copriva la nicchia anteriore, la parte più prominente dell’edificio. Questo mosaico rappresenta una pietra miliare nella storia del Battistero, poiché conferì una nuova identità visiva all’edificio. Sebbene si ritenesse che il mosaico avrebbe dovuto estendersi ad altre nicchie, questa estensione non fu mai realizzata.
Come abbiamo già avuto modo di spiegare, durante questi lavori, la copertura originale fu sostituita con una volta in muratura, completando così la fase di costruzione di età bizantina del Battistero. Questo rappresentò l’apice della fase costruttiva di età bizantina del Battistero di Albenga, che ebbe profonde connessioni con la storia religiosa dell’epoca e con la presenza delle autorità ecclesiastiche milanesi in Liguria.
Il contesto del VI Secolo nell'Italia Settentrionale
Il VI secolo rappresentò un periodo di profondi cambiamenti nell’Italia settentrionale. L’Impero Romano stava scomparendo, e l’Italia era stata invasa dai Longobardi, una popolazione germanica che conquistò gran parte del territorio. Questo cambiamento geopolitico fu un fattore determinante nell’evoluzione del Battistero di Albenga. Dopo la conquista longobarda, gli arcivescovi di Milano cercarono rifugio a Genova, portando con sé la loro autorità ecclesiastica. La Liguria divenne un baluardo di resistenza cattolica e bizantina contro l’avanzata longobarda, e il Battistero di Albenga riflette questa storia tumultuosa.
Il Mosaico del Battistero di Albenga
Il mosaico che adorna il Battistero di Albenga è un vero capolavoro artistico. Le tessere blu cobalto ricreano un cielo stellato, mentre al centro della volta spicca un’immagine simbolica con dodici colombe disposte in cerchio, evocando i dodici apostoli. L’emblema del Chi Rho, il monogramma di Cristo, è anch’esso presente nel mosaico. È creato in modo sfumato progressivo per conferire una sensazione di movimento e profondità. Accanto al Chi Rho, si trovano le lettere alfa e omega, simboli dell’inizio e della fine, un richiamo all’identità trinitaria di Cristo.
Il mosaico svolge un ruolo cruciale nell’affermazione della fede cattolica e nell’opposizione all’eresia ariana dei Longobardi, che non riconosceva la divinità di Cristo e, di conseguenza, la Trinità. L’iscrizione sottostante ricorda le reliquie custodite nel Battistero, tra cui i nomi di Gervasio e Protasio, santi milanesi. Questo legame con la Chiesa milanese rifugiatasi in Liguria durante l’era longobarda rafforza ulteriormente il ruolo centrale del Battistero nel contesto religioso dell’epoca.
Informazioni per la tua visita al Battistero di Albenga
In conclusione, il Battistero di Albenga è molto più di un semplice edificio. È una testimonianza viva dell’arte e dell’architettura tardo-antica, un monumento che attraverso le sue irregolarità architettoniche e le sue evoluzioni storiche racconta una storia complessa e affascinante. La sua connessione con Milano, la sua presenza nel contesto storico del VI secolo nell’Italia settentrionale e il suo mosaico ricco di significato lo rendono un luogo imprescindibile per chi desidera immergersi nell’affascinante storia della Liguria.
Museo Diocesano di Albenga (SV) e Battistero Paleocristiano
Via Episcopio, 9
Orario:
DAL MARTEDÌ ALLA DOMENICA: 9.30 – 13.00 e 14.30 – 18.30
IL LUNEDÌ SOLO SU PRENOTAZIONE.
GIORNI DI CHIUSURA
Pasqua, Assunzione (martedì 15 agosto), Natale (lunedì 25 dicembre).
Tariffe:
Biglietto intero
Combinato Museo e Battistero: 10,00 €
Solo Museo: 8,00 €
Solo Battistero: 6,00 €