Il Palazzo Reale di Genova è il palazzo patrizio più grande della città, un vasto complesso architettonico costruito nel XVII secolo: prima residenza di ricchi mercanti e nobili, poi reggia dei Savoia.
Visitando il Palazzo Reale di Genova potrai vivere le atmosfere di un tempo grazie al lavoro di ricostruzione della dimora storica, con il ripristino da parte della direzione attuale della complessa relazione tra arredi e opere d’arte delle famiglie che si sono succedute e hanno abitato il palazzo.
Scopri di più con la nostra guida del Palazzo Reale di Genova.
LA STORIA DEL PALAZZO REALE DI GENOVA
La costruzione dei Balbi
La proprietà dei Durazzo
Il Palazzo Reale dei Savoia
VISITA AL PALAZZO REALE DI GENOVA
Introduzione
Il primo piano nobile
Il secondo piano nobile
Saloni e Salotti
La Sala del Trono
La Sala delle Udienze
Gli appartamenti del re e della regina
Informazioni per la visita
LA STORIA DEL PALAZZO REALE DI GENOVA
Da Palazzo Stefano Balbi a Palazzo Reale dei Savoia. Il palazzo che si trova al numero 10 di Via Balbi ha attraversato con diversi nomi varie epoche, che ci hanno lasciato testimonianze storiche ancora visibili durante la visita.
Il primo nucleo di metà Seicento si deve alla famiglia genovese dei Balbi, ma il vero sviluppo è a opera di Eugenio Durazzo. I Savoia a inizio Ottocento acquistarono il palazzo trasformandolo in Palazzo Reale.
La costruzione dei Balbi
I primi proprietari furono i Balbi, nelle figure di Stefano e Giovan Battista Balbi. I Balbi facevano parte della nuova nobiltà genovese della Repubblica oligarchica, diventati ricchi grazie al commercio di seta e in seguito come banchieri.
Per dimostrare l’importanza acquisita in città, diedero fondo alle loro risorse e finanziarono autonomamente una strada che connettesse il porto con la strada per il ponente e Milano. Questa sarà la futura via Balbi e ai lati fecero costruire dei palazzi, ultimo dei quali nel 1643 il Palazzo Stefano Balbi (poi Palazzo Reale).
La proprietà dei Durazzo
A fine del Seicento i Balbi si trovarono in difficoltà finanziarie, a causa della peste e di altre vicissitudini, e furono costretti a vendere il loro palazzo, ceduto ai Durazzo nel 1679.
Il nuovo proprietario, Eugenio Durazzo, non si limitò a qualche lavoro di ristrutturazione ma ripensò il palazzo dandogli la forma odierna. I lavori edilizi si concentrarono sulla costruzione dell’ala orientale e l’ampliamento del teatro del Falcone.
Proprio per il rifacimento del teatrino medievale i Durazzo chiamarono da Roma l’architetto Carlo Fontana che contribuirà a portare delle novità nel mondo dell’architettura genovese. L’architetto romano, collaboratore di Bernini, dotò l’edificio di un atrio passante che permettesse di entrare in carrozza, una vera eccezionalità a Genova. Questo sarà anche il motivo per cui il palazzo sarà scelto come dimora dai Savoia.
Il Palazzo Reale dei Savoia
Con il Congresso di Vienna la Repubblica di Genova venne annessa al Regno di Sardegna. Come i Balbi, anche i Durazzo andarono incontro a problemi economici e nel 1824 il re Carlo Felice acquistò il palazzo: è in questo momento che diventa “Palazzo Reale”.
Con il passaggio di proprietà alla casa sabauda, parte degli ambienti vennero adattati alle esigenze di corte, con la costruzione di sale di rappresentanza e udienza, come la Sala del Trono e il Salone da ballo. Nel corso del XIX i reali contribuiranno a modernizzare la struttura, adeguando ad esempio con impianti luce a gas e poi elettrica.
Nel 1919 il re d’Italia Vittorio Emanuele III cedette allo stato italiano vari palazzi reali tra cui anche quello di Genova, così da scaricare sulle casse statali gli onori della manutenzione.
LA VISITA AL PALAZZO REALE DI GENOVA
Collocato a circa metà di Via Balbi (non lontano dalla Stazione ferroviaria di Piazza Principe), il Palazzo Reale si presenta al visitatore con un’enorme e austera facciata. L’entrata è più scenografica: con la sua ampia corte e con il giardino, il corpo centrale dell’edificio si apre al mare, un’eccezionalità per l’epoca. Infatti, all’epoca che i Balbi (e poi i Durazzo) progettarono l’edificio, lo sviluppo urbano di Genova era verso il suo centro medievale.
Il complesso comprende due piani nobili per gli appartamenti, tre piani ammezzati destinati ad altri alloggi e funzioni di servizio (cucine, magazzini, ecc…), un terrazzo, un giardino interno, il Teatro del Falcone e fabbricati che erano adibiti a scuderie e rimesse per le carrozze.
Il primo piano nobile è solo visitabile durante le esposizioni temporanee mentre nel secondo piano nobile protrai ammirare l’attenta ricostruzione storica della vita di palazzo. Il percorso attraverso le sale ci accompagna alla scoperta degli arredi originali e le opere della collezione delle famiglie Balbi, Durazzo e Savoia.
La visita del Palazzo Reale di Genova ha una durata di almeno 2 ore.
Il Palazzo Reale fa parte della rete dei Musei Nazionali di Genova, assieme a Palazzo Spinola di Piazza Pellicceria (al momento in cui scriviamo con l’acquisto l’acquisto del biglietto d’ingresso vale per la visita di entrambi i palazzi).
Il primo piano nobile del Palazzo Reale di Genova
Questo piano che i Durazzo dedicarono per la loro biblioteca, fu completamente ristrutturato con nuovi pavimenti, ornamenti e arredi in occasione del matrimonio dei duchi di Savoia Vittorio Emanuele e Maria Adelaide.
I lavori si conclusero nel 1844 e con una totale trasformazione che ammodernò l’ambiente secondo i gusti ottocenteschi, con tappezziere e decorazioni in voga all’epoca che possiamo ancora ammirare oggi. Infatti l’Appartamento dei Principi Ereditari conserva nelle dieci sale che lo compongono una straordinaria ricchezza di apparati e arredi autentici: dalle console in stile neobarocco fatte realizzare per l’appartamento, ai tendaggi, fino alle incorniciature delle porte, originariamente in ardesia ma poi rifatte in marmo dai Savoia.
Abbiamo testimonianza che il principe ereditario Vittorio Emanuele usò l’alloggio anche dopo la sua salita al trono e fino alla sua morte.
Al momento il primo piano nobile è visitabile durante le esposizioni temporanee.
Il secondo piano nobile del Palazzo Reale di Genova
Il piano di rappresentanza fu lo spazio dove furono esposti il meglio della collezione, con quadri, statue e affreschi. Questa è una delle quadrerie più importanti della città. Era meta dei visitatori di diverse parti di Europa, ancora prima dello sviluppo del turismo moderno: qui passavano tutti quelli che intraprendevano il loro Gran Tour; così gli ambienti dovevano essere sempre all’ultima moda del tempo. E noi possiamo provare la stessa esperienza tutt’oggi grazie all’esposizioni della grande varietà e diversità di arti decorative, arredi, mobili, vasi e lampadari.
Una dell’aree più famose del palazzo è certamente la Galleria degli Specchi (attualmente in ristrutturazione) una raffinata interpretazione dei modelli delle gallerie seicentesche come quella di Versailles: questa galleria in passato fu anche utilizzata come sala da pranzo per occasioni importanti, come la visita di Napoleone a Genova.
Con l’acquisto da parte della casa reale furono apportate delle modifiche in base alle esigenze della corte. Così l’antico palazzo nobiliare divenne una reggia, con la sua sala del trono, quella delle udienze e gli appartamenti del re e della regina.
Salone da ballo
È il primo ambiente che incontriamo nella visita al secondo piano nobile. È la sala più grande del palazzo sia per superficie che per l’altezza della volta. Qui i Durazzo avevano esposto i ritratti dei membri più importanti della famiglia mentre i Savoia lo adibirono a salone da ballo. Negli anni quaranta dell’Ottocento gli architetti incaricati dei lavori riprogettarono il salone con nuovi stucchi, un affresco sulla volta e una nuova pavimentazione (ora in legno).
Al momento nel Salone da ballo si può ammirare il “Doppio ritratto delle principesse infanti Isabella Chiara Eugenia e Caterina Micaela”, uno dei capolavori conservati presso il Palazzo Reale di Genova, giunto a Genova da Torino con i Savoia tra 1823 e il 1830.
È un’opera di cui non abbiamo un’attribuzione certa ma si ipotizza che sia stata eseguita dalla pittrice lombarda Sofonisba Anguissola. Questa proposta di attribuzione trova riscontro nelle simili prove che l’artista realizzò nella seconda metà del XVI secolo come il doppio ritratto delle principesse conservata oggi a Londra.
Sala delle Battaglie
Con la proprietà sabauda questa che era una sala di rappresentanza divenne il luogo riservato agli staffieri del sovrano, coloro che avevano il compito di preparare il re per le sue uscite a cavallo. I Durazzo invece avevano progettato la sala come ambiente dove esibire il meglio da mostrare agli ospiti, tra opere d’arte e arredi.
Il nome “Sala delle Battaglie” si spiega con la presenza sulle pareti di due tele di Carlo Antonio Tavella che ritraggono due battaglie navali settecentesche tra la flotta maltese, comandata dal genovese Giovan Battista Spinola, e i saraceni.
Sala del Veronese
La sala prende il nome dal dipinto “Cena in casa del fariseo” realizzato nel 1556 da Paolo Caliari, detto il Veronese. La tela fu acquistata da Gerolamo Durazzo nel 1737 presso un collezionista genovese. L’opera che si può ammirare a Genova però non è l’originale ma una copia eseguita da David Corte nel seicento. Questa copia era già di proprietà dei Durazzo e fu usata per sostituire l’originale del Veronese quando questo dipinto fu trasferito a inizio Ottocento dai Savoia a Torino.
La sala era utilizzata come spazio per la socialità familiare. I proprietari si riunivano con parenti e conoscenti per ascoltare musica o la lettura di un libro, per conversare e in certe occasione anche per assistere a piccole rappresentazioni teatrali.
Salotto della Pace
Ambiente di passaggio, quindi molto piccolo. Da questo vano la servitù poteva utilizzare gli accessi di servizio (due porte sulla parete a est) che collegavano gli appartamenti nobili con i locali di lavoro, come cucine, dispense e guardarobe. La servitù così evitava di dover attraversare gli spazi frequentati dagli ospiti.
Nel Salotto della Pace possiamo ammirare tre dipinti eseguiti con un’antica tecnica di derivazione francese che utilizzava colori vegetali su tessuti di seta e che creava un effetto simile agli arazzi. I soggetti dei dipinti presenti nel Salotto della Pace derivano dagli affreschi fatti dalla bottega di Raffaello nelle logge vaticane.
Salotto del Tempo
È il nucleo più antico della quadreria del palazzo, un ambiente piccolo e intimo dove aveva luogo la socialità aristocratica. 23 quadri in 3 registri sovrapposti con opere di artisti genovesi, fiamminghi e veneti.
Questa abbondanza si deve al fatto che fin dal XV secolo i mercanti genovesi grazie ai loro rapporti commerciali con Venezia e Anversa, potevano acquistare in loco i quadri degli artisti più richiesti. In questo modo i collezionisti genovesi dell’epoca avevano un deciso vantaggio dato che potevano comprare direttamente e a prezzi migliori.
La Sala del Trono
La Sala del Trono si caratterizza per una volta con stucchi settecenteschi decorati in oro dai Savoia. Luogo centrale nella reggia ospitando uno dei simboli della monarchia, durante la precedente proprietà dei Durazzo era un fastoso salotto in cui spiccavano tre grandi quadri del pittore napoletano Luca Giordano. Poco prima della cessione del palazzo ai Savoia i Durazzo vendettero uno dei quadri: lì, proprio in quello spazio vuoto fu posto il baldacchino del trono.
Nella ristrutturazione commissionata per trasformare il salotto in sala del trono furono cancellate le decorazioni precedenti, salvando solo gli stucchi settecenteschi e i due dipinti del Giordano rimasti. Questi due quadri erano originariamente incassati al muro mentre nel corso dell’Ottocento i Savoia li fecero appendere alle pareti e li ammodernarono con cornici neobarocche.
La Sala delle Udienze
Questo è uno spazio grande ma lungo, una piccola galleria che serviva da ambiente di alta rappresentanza dove i re sabaudi ricevevano le ambascerie straniere alla presenza del governo e della corte. La sala è stata ricavata a metà Ottocento unendo due camere private dei Durazzo.
Nella Sala delle Udienze si può ammirare il ritratto di Caterina Balbi Durazzo eseguito da Van Dyck e uno degli esempi migliori del barocco genovese, ovvero il “Ratto di Proserpina” di Valerio Castello. Valerio Castello fu uno dei primi artisti che a Genova già a partire dalla prima metà del seicento passò dal manierismo ad atmosfere più scenografiche, con influssi artistici che arrivavano da fuori città.
Gli appartamenti del re e della regina
Gli alloggi privati furono ricavati dagli appartamenti dei precedenti proprietari. Nell’appartamento privato del re si conservano quadri della scuola genovese e il Crocefisso di Van Dyck, posto sopra al letto del re. Questa tela è uno dei primi crocefissi dipinti dal pittore di Anversa in Italia.
Quello che una volta era il Bagno del Re con lavabi, specchi e vasca da bagno, è oggi una Saletta dei Ritratti dove si possono vedere tra i pezzi più antichi della collezione presente nel palazzo. Ci riferiamo, ad esempio, a due magnifiche tavole fiamminghe databili a fine del Quattrocento e che facevano parte già della quadreria di proprietà dei Balbi, la prima famiglia proprietaria del palazzo.
Purtroppo tutto ciò che rendeva questo spazio il Bagno del Re è stato smontato a metà del Novecento quando l’edificio è diventato museo e si riteneva che questi arredi fossero in contrasto con la nuova funzione museale. Stesso destino a cui è andato incontro anche il Bagno della Regina.
L’appartamento privato della regina consta di diversi salotti e salottini (Salotto della Regina, Salottino Giallo e Salottino Azzurro) una camera da letto, il bagno e le cappelle domestiche.
L’alloggio era collegato sia con gli spazi privati del re (dalla camera e dal bagno) che con gli ambienti di rappresentanza. Già con la precedente proprietà dei Durazzo, il salotto che conosciamo come Salotto della Regina era utilizzato dalla padrona di casa per ricevere gli ospiti. Lo stesso salotto poteva essere utilizzato per funzioni religiose come ci testimonia la presenza della cappella domestica.
Alla conclusione della tua visita
Dall’appartamento della regina si può accedere al terrazzo che si affaccia verso il porto di Genova e da cui puoi anche avere la più completa vista di insieme del palazzo. Qui si conclude poi il percorso del secondo piano nobile e si riscende verso l’atrio.
Da qui potrai visitare il giardino pensile con il suo rissêu (mosaico tipico genovese) oppure il Teatro del Falcone, se ci sono eventi o mostre in corso. Infatti il Teatro del Falcone dopo la sua ricostruzione moderna è utilizzato come sede per ospitare esposizioni, conferenze e concerti.
IL PALAZZO REALE DI GENOVA
COME RAGGIUNGERE IL PALAZZO REALE DI GENOVA
Il Palazzo Reale di Genova si trova in Via Balbi 10.
È raggiungibile in 5 minuti a piedi dalla Stazione ferroviaria Piazza Principe (appena usciti dalla stazione basta andare sempre dritti).
Si è in centro a Genova si può prendere la metropolitana e scendere alla fermata “Darsena” oppure l’autobus con le linee 20 – 32 – 34 – 35 (fermata Balbi 2/Palazzo Reale). Non ci si arriva direttamente con la macchina perché Via Balbi è chiusa al traffico privato.
QUANTO DURA LA VISITA AL PALAZZO REALE DI GENOVA
Calcola almeno 2 ore per una visita completa del palazzo. Molte volte sono presenti anche delle esposizione temporanee e mostre e quindi la visita può anche prolungarsi a 3 ore.
ORARI E BIGLIETTI
Dal mercoledì al sabato dalle ore 9 alle ore 19 (ultima entrata alle 18.30)
Aperture straordinarie la domenica.
Biglietto intero 11,00€ valido anche per l’ingresso a Palazzo Spinola in Piazza Pellicceria.
Ti consigliamo controllare sempre il sito ufficiale di Palazzo Reale di Genova per avere aggiornamenti.